Numerose sono le manifestazioni nel mondo a sostegno della liberazione del giornalista Julien Assange. Sabato anche a Londra c’è stata una manifestazione a supporto di Julian Assange fuori dalla London’s High Court, in vista del verdetto dell’Alta corte chiamata a esprimersi sulla richiesta di estradizione avanzata dagli Stati Uniti. La decisione è attesa la prossima settimana.

Diversi attivisti e organizzazioni hanno tenuto una manifestazione sabato nella città di Londra nel Regno Unito per chiedere il rilascio del fondatore della piattaforma WikiLeaks, Julian Assange, manifestazione che si è tenuta cinque giorni prima che la richiesta di estradizione degli Stati Uniti (USA) ritorni ai tribunali britannici nell’udienza giudiziaria del 27-28 ottobre.

Con slogan come “Il giornalismo non è un crimine”, “Libertà per Julian Assange”, “Nessuna estradizione”, i manifestanti hanno chieesto il rilascio del giornalista in seguito alle rivelazioni di un complotto della Central Intelligence Agency (CIA) per rapire e poi uccidere l’editore di WikiLeaks.

“La sua accusa rappresenta una seria minaccia per i giornalisti e la libertà di stampa. Il governo dovrebbe far cadere immediatamente le sue accuse contro di lui”, hanno affermato le organizzazioni sociali in difesa di Assange.

Assange, che potrebbe essere condannato a 175 anni di carcere negli Stati Uniti in base alle 17 accuse di spionaggio contro di lui, è stato incarcerato da quando il governo dell’Ecuador lo ha consegnato alla polizia britannica nell’aprile 2019. Nel settembre 2020, un magistrato britannico si è rifiutato di consegnarlo ai tribunali statunitensi.

Washington vuole processare Assange, per la divulgazione di file segreti che hanno rivelato crimini di guerra commessi dall’esercito americano nella sua invasione dell’Afghanistan e dell’Iraq.

E come ha affermato ieri Edward Snowden (ex contractor della CIA e NSA, il servizio segreto interno degli Usa): “Quello che vediamo con Assange è un assassinio” e “se vogliamo liberare il mondo, dobbiamo liberare Assange”.

Dal 2010, quando ha rivelato i documenti segreti del governo americano, che facevano emergere crimini di guerra, torture, esecuzioni stragiudiziali con i droni, Julian Assange non ha più conosciuto la libertà. Sono passati 11 anni e oggi rischia 175 anni di prigione nel carcere più duro degli Stati Uniti per averli rivelati. È la prima volta nella storia degli USA che un giornalista finisce in prigione per aver rivelato fatti veri e assolutamente nel pubblico interesse. Altri giornalisti di WikiLeaks faranno la sua fine. Due settimane fa è emerso che la CIA aveva messo a punto dei piani per assassinare Assange e altri giornalisti della sua
organizzazione.
Mentre Assange viene punito in modo feroce, i criminali di guerra da lui denunciati non hanno passato un solo giorno in galera.

Intanto continua la mobilitazione nel mondo e in Italia: per martedì 26 ottobre in Italia sono previsti due appuntamenti a sostegno della libertà di stampa e della liberazione dell’editore di WikiLeaks: Roma ore 16,00 Conferenza alla Camera dei deputati: “Julian Assange, il giornalismo a processo” e a Milano ore 18,30 Piazza del Liberty “Vivo o morto” presidio per la libertà di Assange al Consolato britannico di Milano.

 

di Giovanni Parrella

 

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