Negli ultimi anni della Repubblica, Roma presenta una scena politica particolarmente violenta. Le conquiste in Africa e in Oriente hanno sconvolto lo scenario sociale. Grandi quantità di schiavi sono affluite in Italia, provocando un crollo del costo del lavoro, l’impoverimento della classe media e lo sviluppo del latifondo. La battaglia politica tra la nobiltà, che controlla il Senato, e la plebe, che ha diritto di veto sulle leggi, si è fatta molto dura. Nel 63 a.C. questo scontro sfocia in un tentativo di colpo di stato. Il protagonista si chiama Lucio Sergio Catilina. A duemila anni di distanza, attraverso un’attenta ricostruzione dei fatti e un confronto con le fonti storiche, Cristoforo Gorno rilegge questa pagina di Storia in ”Catilina, cronaca di una congiura”, in onda lunedì 25 ottobre alle 22.10 su Rai Storia (canale 54). Gli storici latini definiscono Catilina intelligente e audace, ma anche pieno di vizi, crudele e perverso. Anche se è di origine nobile, si è più volte candidato al consolato, la massima magistratura romana, per la fazione dei populares, ma le ripetute sconfitte, causate da brogli e accuse varie, lo spingono ad organizzare una rivolta armata contro l’ordine costituito. Il suo antagonista si chiama Marco Tullio Cicerone. Viene dalla provincia, ma si è distinto nei tribunali per la sua arte oratoria e ha fatto una brillante carriera politica che lo ha portato al vertice della Repubblica come console. Anche se non è nobile, è diventato l’alfiere della fazione dei patres, l’aristocrazia senatoriale. Con le sue mosse astute, le straordinarie orazioni e la forza delle legioni, Cicerone sventa la congiura di Catilina, che trova la sua tragica fine in una battaglia senza speranza.