Una condanna a trent’anni di carcere per l’ex presidente del Burkina Faso Blaise Compaoré è stata richiesta dall’accusa al processo per la morte dell’ex capo dello Stato Thomas Sankara, icona della lotta anti-coloniale rimasto ucciso nel golpe che nel 1987 portò al potere proprio Compaoré.
L’accusa ha chiesto alla procura militare che sta gestendo il caso di ritenere l’ex presidente colpevole di “messa in pericolo della sicurezza dello Stato“, “complicità” nell’omicidio di Sankara e di altre 12 persone e “occultamento di cadavere“. Compaoré, che al momento vive in esilio in Costa d’Avorio e che è stato al potere per 27 anni dal golpe del 1987 fino al 2014, ha sempre negato ogni responsabilità nella morte di Sankara. L’accusa ha chiesto anche, tra gli altri, 30 anni di carcere per Hyacinth Kafando, a capo della guardia del presidente, ritenuto il leader del commando militare che ha materialmente commesso gli omicidi. Il processo per la morte dell’ex presidente è ripreso la settimana scorsa dopo alcuni giorni di sospensione. La Corte aveva infatti accolto dopo ore di dibattito la proposta dei legali delle parti civili di interrompere il procedimento fino a quanto non venisse ristabilito il potere della Costituzione, sospesa dagli esponenti delle forze armate che lo scorso 24 gennaio hanno rovesciato un colpo di Stato l’ormai ex presidente Roch Marc Christian Kaboré. La giunta militare, che si è denominata Mouvement patriotique pour la sauvegarde et la restauration (Mpsr), ha ristabilito parzialmente la magna carta pochi giorni dopo il golpe.