Le vicende complesse e affascinanti del Partito Comunista Italiano degli anni Cinquanta rivivono nel coinvolgente romanzo “Il Nemico”, del giornalista e scrittore sassarese Vindice Lecis, pubblicato dall’ottima casa editrice Nutrimenti.
Già autore di numerosi e pregevoli volumi su vicende storiche e politiche dell’Italia ventesimo secolo, nonché di opere sulla storia della sua Sardegna, Lecis, unendo perfettamente narrativa e saggistica, affronta in questo lavoro i mesi cruciali dell’incidente automobilistico di cui Togliatti fu vittima nel 1950, le presunte congiure contro di lui, i rapporti con l’Unione Sovietica, il clima di sospetto e la tensione dell’epoca, dentro e fuori i corridoi del palazzo di via delle Botteghe Oscure, tra repressione poliziesca, propaganda anticomunista e tentazioni golpiste.
Documenti d’archivio, molti anche inediti, informazioni precise e puntuali, citazioni di testi e verbali, frutto dell’accurato lavoro di ricerca e ricostruzione compiuto da Lecis, si inseriscono ed intrecciano armoniosamente nella narrazione svolta in terza persona dal punto di vista di un brillante e scrupoloso giovane funzionario dell’Ufficio Quadri del Pci, sardo come l’autore, i suoi contatti con dirigenti come Secchia, Amadesi, D’Onofrio, Roncagli, il sovietico Kirov e altri, la gestione delle complessa realtà di cui è testimone e, di fatto, anche coprotagonista.
Lo spaccato del partito offerto da Lecis è sicuramente accurato e fedele alle vicende storiche, esente da retorica e partigianeria, ma al contempo riesce ad avvincere il lettore che si trova tra le mani quello che è anche un teso racconto di spionaggio e, volendo, persino un romanzo di formazione che potrebbe essere avvicinato all’ottimo “Il comunista” di Guido Morselli.
Pur senza indulgere al sentimentalismo e alla retorica, anche l’elemento privato ed emotivo del protagonista e il suo amore per una giovane impiegata, figlia di un irreprensibile operaio anch’egli militante comunista, lungi dallo svilire il quadro, lo rendono ancora più vivo e reale.
Particolare interessante: “Il nemico” è citato anche in una accurata e scrupolosa guida del quartiere Montesacro, nel quale appunto si trovava il villino residenza di Togliatti in quegli anni.
Un libro perfetto dunque per chi sia interessato alla storia del Partito Comunista e ne conosca già le vicende, ma anche per il lettore occasionale che ancora le ignori.
L’addetto ai lavori troverà approfondimenti e documenti nel contesto di un inedito e suggestivo approccio letterario ad esse, mentre il secondo (che troverà utile anche il glossario e i cenni biografici dei dirigenti incontrati nel del romanzo, nonché la vasta e puntuale bibliografia) avrà modo di introdurvisi attraverso una narrazione fluida e accessibile ma mai sciatta o approssimativa e ne trarrà sicuramente stimolo per ulteriori letture, sia scoprendo gli altri pregevoli lavori di Lecis che altri testi sulla storia del Partito Comunista e dei suoi dirigenti, oggi che un complice censorio oblio (e, in alcuni casi, una damnatio memoriae) sembra volerli cancellare dalla storia d’Italia, negando il ruolo fondamentale che essi ebbero nello sviluppo e difesa della democrazia e nell’emancipazione della classe lavoratrice del nostro paese.
Recensione di Marco Mulas
Vindice Lecis, Il nemico. Intrighi, sospetti e misteri nel Pci della guerra fredda
pp. 200 – 13,60€ – Prima edizione aprile 2018