“Livorno 1921. Dentro e oltre la classe operaia”. Propaganda segreta, sfottò nei caffè, scioperi, disobbedienza femminile: così la classe operaia a Livorno si ribellò da subito al fascismo.
Un libro che ci consegna uno spaccato di vita politica e sociale delle classi subalterne, che attraverso la nascita del Partito comunista, si organizzano e diventano un soggetto attivo della Storia nazionale e internazionale.
Parliamo del libro “Livorno 1921. Dentro e oltre la classe operaia” nell’intervista di Radio Mir con l’autrice Olimpia Capitano
Il 21 gennaio, a Livorno, il Partito socialista si sfalda e viene fondato il Partito comunista d’Italia. Una settimana dopo, il 29 gennaio, nasce la Sezione livornese del PCd’I. A Livorno agiscono anche i fascisti, i quali però, nonostante mostrino i denti e le pistole, politicamente non fanno breccia. È scontro aperto; nel mezzo ci sono operai, navicellai, artigiani, portuali, barrocciai, tessitrici, cenciaiole, filande, ma anche ladri, prostitute, disoccupati e disoccupate, sottoproletari e sottoproletarie. Oltre a diversi partiti della sinistra; anche i comunisti, senza settarismo alcuno. Saper interrogare quei fermenti ci permette di ricostruire una memoria che – se non tutelata – può facilmente divenire oggetto di strumentalizzazione politica, così come – purtroppo – già successo più volte. Bisogna guardare al 1921, così come al prima e al dopo, per ripensare un comunismo libertario: non solo operaio, ma di tutte e di tutti i subalterni.
Olimpia Capitano (Livorno, 1994) si occupa di Global labour history e storia politica locale. Precedentemente autrice di Livorno e il PCd’I. Premesse e linee di sviluppo (Male Edizioni 2020), è inoltre collaboratrice culturale per Rai Storia e scrive per diverse testate – tra cui Il Fatto Quotidiano – come giornalista freelance.
Articolo di Giovanni Parrella
Livorno 1921. Dentro e oltre la classe operaia, di Olimpia Capitano
Prefazione di Vladimiro Giacché
4Punte edizioni
Pagine 144
Euro 15,00