Nuovo governo o rimpasto? Qualunque sia il termine scelto, il risultato è lo stesso: la coalizione degli sconfitti prende vita. Emmanuel Macron ha ufficialmente trovato l’accordo con “Les Républicains” (che ora fungono da assicurazione sulla vita per il capo dello Stato). Ci sono voluti 66 giorni dalle dimissioni di Gabriel Attal e dei suoi ministri per nominare un nuovo governo. Alla faccia del popolo sovrano!

Dal 5 settembre si conosceva già il nome del nuovo primo ministro: Michel Barnier. Dopo 16 giorni di trattative viene prospettata una squadra di governo in continuità con le politiche di austerità bocciate dai francesi. Quindi nessun cambiamento di rotta nella politica dell’esecutivo, infatti il governo Barnier è molto simile ai precedenti e per di più senza legittimità democratica. Si scelgono gli stessi ministri, o quasi, come se le elezioni legislative non fossero mai avvenute. Come se il Presidente della Repubblica non fosse stato sconfitto due volte alle urne. Dimenticandosi che il gruppo “Les Républicains” è stato ridimensionato alle ultime elezioni.

A dispetto delle urne, il campo presidenziale e “Les Républicains” si spartiscono gli incarichi di governo. Si delinea quindi una svolta in senso reazionario con una politica economica di austerità. Alla luce dei rapporti di forza parlamentari, il nuovo esecutivo non avrà libertà d’azione. A meno che non uniscano le forze con le “Rassemblement National”.

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