Rotimi in lingua yoruba vuol dire resta con me. È il nome che Yejide e Akin danno alla loro terza figlia, arrivata dopo la prematura scomparsa dei primi due figli, Olamide e Sesan.

È un libro pieno di dolore “Resta con me”, romanzo di esordio della scrittrice nigeriana Ayòbàmi Adébàyò, pubblicato in Italia da La Nave di Teseo. È un libro nel quale non c’è spazio per la gioia, per la leggerezza, per la felicità. È un libro che ci mette di fronte a eventi, scelte e conseguenze che non portano altro che dolore e sofferenza ai protagonisti.

Yejide e Akin si conoscono all’università ed è amore a prima vista. La loro unione è pregna di felicità ma quando, dopo quattro anni dal matrimonio, non arriva l’atteso figlio, iniziano a comparire le prime crepe. La coppia le ha provate tutte, soluzioni mediche e sciamaniche, fra medicina occidentale e tradizionale. Ma senza alcun successo. Per quanto il loro amore possa risultare forte e in grado di fronteggiare questa lacuna, le pressioni, familiari e sociali, diventano sempre più insistenti. Fino a quando la famiglia di Akin impone una seconda moglie, Funmi. Yejide reagisce furiosamente alla novità che sconvolge la sua vita e che mina le fondamenta del suo amore per Akin. Non accetterà mai di diventare la moglie di scorta, quella che non può dare un figlio al suo adorato marito. Ma ben presto sarà lo stesso Akin a trovare la soluzione per risolvere il problema. Consapevole della propria impotenza, stringe un patto segreto con suo fratello Dotun, chiedendogli di mettere incinta sua moglie Yejide.

L’arrivo della prima figlia Olamide porta una ventata di felicità in famiglia, purtroppo ben presto smorzata dalla diagnosi di anemia falciforme che porterà la bambina alla prematura morte.

Il dolore di una madre che sopravvive a una figlia è raccontato magistralmente dall’autrice che ci mette di fronte al precipizio emotivo nel quale è sprofondata Yejide.

Ma la famiglia reclama l’erede e quindi Dotun ingraviderà per la seconda volta Yejide, ma anche il piccolo Sesan seguirà la sorte della sorellina.

Completamente svuotata, Yejide sembra persa nel suo dolore, niente ha più importanza ormai. Ma quando Dotun le confessa il patto stretto con suo fratello Akin, il dolore si trasforma in cieca furia e in odio per un uomo che pensava essere la sua anima gemella, un uomo che non si era fidato di lei e che l’aveva tradita nei sentimenti più profondi.

Con la terza figlia, Rotimi, Yejide avrà un atteggiamento freddo, sa che morirà anche lei e quindi coscientemente decide di non affezionarsi, di rimanere fredda e distante dalla piccola. Fino alla decisione di abbandonare marito e figlia al loro destino. Il terrore di soffrire per la morte del terzo figlio porta Yejide a fuggire via. Ma la vita riserva sempre delle sorprese, nel male e nel bene.

La trama, così riassunta, ci dice già molto del carico di dolore che le pagine di questo libro portano con sé. La sofferenza intima di una madre viene amplificata da atteggiamenti della società nigeriana che trattano la donna solo come macchina per la riproduzione. Un contesto sociale e familiare che schiaccia la donna e che le impone modelli sociali e familiari di sottomissione. Un contesto nel quale la scelta di Yejide di fuggire e abbandonare la famiglia, compresa una figlia malata, appare devastante e inaccettabile. Una scelta che però, fra tormenti e sofferenze, restituirà alla donna un minimo di dignità.

 

Recensione di Beatrice Tauro

 

Titolo: Resta con me

Autrice: Ayòbàmi Adébàyò

Pagine: 321

Prezzo: € 18,00

Editore: La nave di Teseo

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