Su scala globale, una cosa è chiara: la libertà di stampa è minacciata proprio da coloro che dovrebbero esserne garanti: le autorità politiche. Tra i cinque indicatori che compongono il punteggio Paese, l’indicatore politico è quello che diminuisce maggiormente nel 2024, con un calo complessivo di 7,6 punti. Questo è ciò che rivela la nuova edizione del World Press Freedom Index istituito da Reporter Senza Frontiere (RSF). 

L’Unione Europea

Nonostante l’adozione da parte dell’Unione Europea (UE) della prima legislazione sulla libertà dei media (EMFA) e il fatto che il trio principale rimane composto da paesi europei (Norvegia, Danimarca, Svezia), le forze politiche stanno lavorando per restringere il terreno di gioco per il giornalismo indipendente. Questa pericolosa dinamica è incarnata, tra gli altri, dal primo ministro ungherese Viktor Orban, e dal suo omologo slovacco (29esimo), Robert Fico. La libertà di stampa è debitamente messa alla prova dalle maggioranze al potere in Ungheria (67°), Malta (73°) e Grecia (88°), l’ultimo trio nell’UE. Perde cinque posizioni anche l’Italia di Giorgia Meloni ( 46esima).

Gli interessi politici stanno soffocando il giornalismo in diversi paesi candidati all’UE: Bosnia ed Erzegovina (81°), Serbia (98°) e Albania (99°). La Turchia (158°) continua a imprigionare giornalisti e indebolire i media attraverso pratiche di censura di Internet e controllo giudiziario.

Il contesto politico per il giornalismo è migliorato in Polonia (47°, +10) e Bulgaria (59°, +12) con i nuovi governi più preoccupati del diritto all’informazione. La Germania , entrata nella top ten dei paesi della classifica, ha migliorato il suo indicatore politico, con un relativo calo degli attacchi contro i giornalisti perpetrati da piccoli gruppi di estrema destra . Se in Francia (21°) e nel Regno Unito (23°) la libertà di stampa non è minacciata da grandi attacchi politici, la vigilanza resta essenziale, come dimostra l’arresto della giornalista francese Ariane Lavrilleux a seguito di una denuncia del Ministero delle Forze Armate e della continua detenzione di Julian Assange nel Regno Unito; Paese in cui i giornalisti in esilio, in particolare iraniani, sono minacciati dal loro Paese di origine senza una protezione efficace da parte delle autorità ospitanti.

Italia

La libertà di stampa in Italia continua a essere minacciata dalle organizzazioni mafiose, in particolare nel sud del Paese, così come da vari piccoli gruppi estremisti violenti. I giornalisti denunciano anche i tentativi dei politici di ostacolare la loro libertà di coprire casi giudiziari tramite la cosiddetta “legge bavaglio”  in aggiunta alle procedure SLAPP  (Strategic Lawsuit Against Public Participation – “azione legale strategica contro la partecipazione pubblica”) che sono prassi comune in Italia.

Panorama dei media

Il panorama mediatico italiano è sviluppato e ha un’ampia gamma di canali mediatici che garantiscono una diversità di opinioni. Il settore radiotelevisivo comprende diversi canali televisivi pubblici (come Rai 1 ) e stazioni radiofoniche, così come molti canali mediatici privati. Questa diversità si riscontra anche nei media cartacei, che includono circa 20 quotidiani (come Corriere della Sera La Repubblica ), circa 50 settimanali (come  L’Espresso e  Famiglia Cristiana ), e molte riviste e vari siti web di notizie.

Contesto politico

Per la maggior parte, i giornalisti italiani godono di un clima di libertà. Ma a volte cedono all’autocensura, sia per conformarsi alla linea editoriale della loro organizzazione giornalistica, sia per evitare una causa per diffamazione o altre forme di azione legale. Ciò può essere aggravato per i giornalisti di cronaca nera e giudiziaria dalla “legge bavaglio” sostenuta dalla coalizione di governo del Primo Ministro Giorgia Meloni, che proibisce la pubblicazione di un ordine di custodia cautelare fino alla fine dell’udienza preliminare.

Quadro giuridico

Un certo grado di paralisi legislativa sta frenando l’adozione di vari progetti di legge che sono stati proposti per preservare e persino migliorare la libertà giornalistica. Ciò spiega in parte le limitazioni che alcuni reporter incontrano nel loro lavoro. La criminalizzazione della diffamazione e le numerose procedure SLAPP (Strategic Lawsuit Against Public Participation – “azione legale strategica contro la partecipazione pubblica”) limitano la libertà giornalistica.

Contesto economico

A causa della crisi economica, i media dipendono sempre di più dalle entrate pubblicitarie e dai sussidi statali. Anche la carta stampata sta affrontando un graduale calo delle vendite. Il risultato è una crescente precarietà che mina pericolosamente il giornalismo, il suo dinamismo e la sua autonomia.

Contesto socioculturale

La polarizzazione della società durante la pandemia di Covid-19 ha colpito i giornalisti, che sono stati vittime di attacchi verbali e fisici durante le proteste contro le misure sanitarie. Questa polarizzazione persiste, cristallizzandosi attorno a questioni politiche o ideologiche legate agli eventi attuali.

Sicurezza

I giornalisti che indagano sulla criminalità organizzata e sulla corruzione sono sistematicamente minacciati e talvolta sottoposti a violenza fisica per il loro lavoro investigativo. Le loro auto o case vengono talvolta distrutte da incendi dolosi. Campagne di intimidazione online sono orchestrate contro coloro che perseguono queste questioni. Circa venti giornalisti vivono attualmente sotto protezione permanente della polizia dopo essere stati oggetto di intimidazioni e attacchi.

Di admin

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