“I sentimenti non sono in gara” disse una volta Fabrizio De André in merito alla diatriba sul rifiuto di alcuni cantautori a volersi esibire o meno nella gara canora sanremese, un festival a cui bisogna riconoscere il merito di avere dato visibilità e fama – aiutando in alcuni casi a creare il personaggio o dando nuova linfa in altri – alle interpreti femminili protagoniste della musica italiana, grandi artiste di cui Davide Steccanella racconta nel suo libro “Brava!” per Paginauno edizioni, conducendo tutti noi nel salotto delle grandi interpreti della musica italiana, senza tralasciare di ciascuna vizi e virtù, pregi e difetti, capacità canore già note agli appassionati di musica ma che nel libro vengono meglio individuate e definite, ripercorrendo anche con valide testimonianze e ricordi (citando anche interviste datate) degli stessi personaggi ad accompagnare la narrazione delle loro doti.
Venti cantanti tutte diverse tra loro, ognuna diversa dall’altra, non c’è una voce uguale all’altra e nel libro l’eterogeneità di questi caratteri e di queste personalità caratterizza lo scorrere delle pagine, passando dalla voce di Milva alle note folk di Gabriella Ferri, dall’eleganza della Vanoni e della Cinquetti si arriva all’introspezione di Mia Martini, dall’impegno della Mannoia fino ad arrivare a Elisa e Giorgia. A partire dalle canzoni di Nilla Pizzi che sono state di accompagnamento leggero a un Paese in crescita.
Tutto ciò senza tralasciare ovviamente l’importanza della timbrica vocale, così come specificato da Mario Lavezzi, che nelle primissime pagine – a mo’ di prefazione – apprezza e descrive questo libro di Steccanella un vero e proprio manuale sulla musica, sia per chi la ascolta sia per chi vorrebbe farla diventare una professione, una sorta di memorandum storico di cui non se ne può privare.
Come afferma Arrigo Boito la voce di una cantante deve emozionare chi la ascolta, quindi può essere angelica, aggressiva, anche inquietante, ma ciò che deve colpire è l’interpretazione.
Vasco definirà Patty Pravo la sua parte femminile, della Vanoni Baglioni dirà che incarna lo stile per eccellenza (anche quando alla veneranda età si pone il problema della badante che sia brava a rollare).
Ma l’autore non tralascia di scrivere anche delle nostre interpreti coinvolte in polemiche, in diatribe ed ecco che allora sfilano ricordi, didascalie memorabili, descrizioni e riferimenti anche impensabili. Ma basta pensare alla volontà perenne del popolo italiano di creare dualismi (Coppi/Bartali, don Camillo/Peppone, Rivera/Mazzola) anche in musica, come quello tra Maria Callas e Renata Tebaldi e quindi Mina e Milva, nonostante quest’ultima avesse rivelato la volontà di voler essere amica della “Tigre di Cremona”, senza però mai raggiungere l’obiettivo.
La “tigre” che stravolge le canzoni dando loro una nuova veste colorata e inattesa, e allo stesso tempo riuscire a dare un’idea diversa di sé, lontana dall’immagine di cantante “urlatrice” che inizialmente qualcuno osò catalogarla troppo frettolosamente. La stessa Mina che inciderà brani di Limiti, Paoli e De André dando il là alle loro carriere o mettendo l’accento alle loro vite musicali, fino ad arrivare all’aneddoto che unisce una canzone “privata” di Malgioglio a una scena del film “Parenti serpenti” di Mario Monicelli. Ma di ciò lascio che sia la vostra curiosità a condurvi tra le pagine intrise di musica.
D’altronde “ognuno ha tanta storia”, come cantava Gabriella Ferri, la più importante interprete italiana di musica folk, una artista “che non si limitava a cantare i propri pezzi, li viveva in diretta col suo pubblico e per il suo pubblico, con la sua voce audace, quasi strafottente, come qualcuno ebbe modo di definirla, quasi a voler disprezzare il suo essere popolare”.
Ma scorrendo le pagine di Staccanella le storie delle nostre interpreti ci regalano brividi in continuazione facendoci tornare indietro coi ricordi: senza dubbio un viaggio emozionante nel sentirsi coccolati da tanta bellezza, un libro che saprà avvolgervi e rendervi farfalla sulle note di venti donne eccezionali che hanno saputo farci emozionare e sognare. Anche fino ai giorni nostri, arrivando alla stessa Elisa, lei che ricordando “mi mancava qualcosa dentro e quel dentro me lo riempiva Jeff Buckley” pone l’accento sull’aspetto internazionale che lei stessa ha introdotto nel mondo della musica leggera recente. Elisa prima vincitrice del premio Migliore interprete istituito a Sanremo nel 2001.
Premio che va ad unirsi a un altro, sempre sanremese, intitolato a Mia Martini, la “cantante che voleva solo cantare con una conoscenza infinita della musica”. Peccato per le cattiverie gratuite che le sono state rivolte, ostacolando di fatto la sua carriera limitandone le uscite e le presenze a festival e trasmissioni televisive. Al rammarico di avere perduto anzitempo una grande interprete e una artista a 360 gradi si aggiunge anche il rammarico: chissà cosa sarebbe venuto fuori se avesse visto la luce quell’album creato a quattro mani con Pino Daniele…
Poi c’è Nada, la bambina che non voleva cantare, e poi Fiorella Mannoia con la sua personalità indomita: tutte interpreti eccezionali che hanno saputo indossare in maniera esemplare gli abiti che autori famosi e di un certo rilievo hanno saputo cucire intorno alle loro virtù canore. Vi invito a scoprire leggendo quali siano i volti di queste artiste, nomi eccezionali della musica italiana coniugati al femminile, che ci hanno fatto innamorare, cantare, emozionare.
Perché è pur vero che tuttora “la tv maltratta la musica” ma a noi resta sempre la magia dell’ascolto.
Articolo di Lorenzo Soriano
Titolo: Brava!
Autore: Davide Steccanella
Pagine: 278, Euro 20,00
Anno 2023, Edizioni Paginauno