“Dal G20 di Roma – dichiara Stefano Ciafani presidente nazionale di Legambiente – ci aspettavamo più risposte e azioni concrete sul fronte della lotta alla crisi climatica. Siamo delusi dal Patto per il clima siglato oggi. Si tratta di un accordo che va a formalizzare quanto già acquisito senza prevedere impegni concreti sulla finanza climatica, a partire dall’Italia che non ha messo sul tavolo il suo giusto contributo – almeno 3 miliardi di euro l’anno – ai 100 miliardi di dollari complessivi promessi a Parigi come impegno collettivo dei Paesi industrializzati per aiutare quelli più poveri nell’azione climatica. Ora l’auspicio è che a Glasgow, dove oggi si apre la Cop26, i grandi del Pianeta riescano a trovare un’intesa per arrivare a un nuovo e ambizioso accordo per clima in grado di mantenere vivo l’obiettivo di 1.5°C dell’Accordo di Parigi, ma anche per accelerare l’adattamento ai cambiamenti climatici, far fronte alle perdite e ai danni delle comunità più colpite dall’emergenza, ma anche e soprattutto finanziare adeguatamente l’azione dei paesi poveri e completare il Rulebook, ossia le norme attuative dell’Accordo di Parigi, per renderlo finalmente operativo”. “Per contenere il surriscaldamento del pianeta entro la soglia critica di 1.5°C- continua Ciafani- gli anni da qui al 2030 saranno cruciali. In particolare è necessario che l’azione climatica dei governi sia così ambiziosa da consentire una riduzione del 55% delle attuali emissioni al 2030. Una sfida che possiamo e dobbiamo vincere a partire dalla Cop26 di Glasgow”.
L’Italia dia il buon esempio rispettando gli impegni e gli aiuti promessi. Al Presidente del consiglio Mario Draghi chiediamo che l’Italia a Glasgow si impegni a colmare, entro la fine di quest’anno, il miliardo di euro ancora mancante rispetto ai 4 miliardi di dollari promessi a Parigi per il periodo 2015-2020 e a mobilitare almeno 3 miliardi di euro l’anno, a partire dal prossimo, per garantire la “sua giusta quota” dell’impegno collettivo di 100 miliardi di dollari. Le risorse necessarie possono essere reperite facilmente attraverso il taglio dei sussidi alle fonti fossili, un intervento su cui il Governo Draghi deve dimostrare più coraggio inserendolo nella legge di bilancio in discussione. Sarà poi fondamentale aggiornare al più presto il suo Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) per garantire una riduzione delle nostre emissioni climalteranti di almeno il 65% entro il 2030, andando ben oltre l’obiettivo del 51% previsto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e confermando il phase-out del carbone entro il 2025 senza ricorrere a nuove centrali a gas”, prosegue. Nella città scozzese, scelta per ospitare la Conferenza delle parti sui cambiamenti climatici dell’Onu, Legambiente sarà presente con una sua delegazione di giovani che parteciperà venerdì 5 novembre al Global Strike organizzato dai Fridays For Future (FFF)e che vedrà in prima linea anche Greta Thunberg, e sabato 6 novembre alla manifestazione della COP26 che aprirà il summit dei popoli dal 7 al 10 novembre. L’associazione racconterà sui suoi canali social il viaggio della delegazione e le richieste che i giovani rilanceranno in occasione della COP26.