L’editore argentino Mario Muchnik, che ha contribuito a far conoscere molti autori della cultura ebraica e della Shoah, le opere di Primo Levi, di Amos Oz ed Elias Canetti, è morto domenica 27 marzo a Madrid all’età di 90 anni.
Nato nella provincia di Buenos Aires il 21 giugno 1931, aveva conseguito un dottorato in fisica e lavorato come fotografo fin da giovane, ma la vocazione della sua vita è stata l’editoria, che ha praticato in tutte le sue varianti.
Era amico dell’editore torinese Giulio Einaudi, a cui si è ispirato, per sua stessa ammissione, per costruire il suo catalogo editoriale. Nato in una famiglia di ebrei di origine russa, era ventenne a Roma quando suo padre Jacobo fondò la Fabril Editora, il seme dell’impronta che di lì a poco avrebbe collocato il suo cognome nell’olimpo dell’editoria.
Nel 1973, insieme al padre, fondò la Jacobo Muchnik Editores, che porta il nome di El Aleph. Nel 1978 Mario Muchnik si stabilì a Barcellona e non lasciò più l’Europa: nella capitale catalana dove fondò Muchnik Editores. Nel corso della sua carriera ha diretto anche collane per l’editore francese Robert Laffont ed è stato direttore letterario a Seix Barral e Ariel.
Come editore Mario Muchnik ha coltivato tre aree principali: il dialogo tra le scienze e le scienze umane, la letteratura latinoamericana e la cultura ebraica. Ha pubblicato in spagnolo le traduzioni della trilogia di Primo Levi “Se questo è un uomo“, “La tregua” e “I sommersi ei salvati“.
Mario Muchnik oltre che editore è stato fotografo e cinefilo impegnato per la causa ebraica. Come scrittore ha dedicato la sua attenzione soprattutto al genere autobiografico (ha pubblicato cinque libri di questo genere), ma anche al mondo del montaggio, dell’impaginazione, della tipografia, della correzione dello stile e lascia in eredità parte del suo archivio fotografico all’Istituto Cervantes; importanti i suoi ritratti di Jean-Paul Sartre, Kateb Yasine, Giuseppe Ungaretti, Bulat Okudzhava, André Malraux, Peter Berling, Abbie Hoffman e Dario Fo. Ha tradotto anche autori come Arthur Miller, Ibrahim Souss, Elie Barnavi, Elias Canetti, Guy Davenport, Italo Calvino, Irène Némirovsky e Susan Sontag.