La frase “Stop al genocidio” del cantante Ghali fu criticata dall’ambasciatore d’Israele perché quella semplice espressione venne letta dal rappresentante diplomatico come una accusa all’operato del suo esercito (avrà avuto la coda di paglia?).
Da un po’ di tempo l’opinione pubblica associa sempre più la parola genocidio alla condotta del governo di Netanyahu ed è così che ora anche la senatrice a vita Liliana Segre attacca la parola “genocidio”, spiegandoci che essa “adesso viene usata per parlare di qualunque cosa, di qualunque guerra, di qualunque battaglia, di qualunque presa di posizione. Mentre io l’ho conosciuta e per miracolo mi ha risparmiata“.
Se si riferisce alla tragedia in Palestina (che non nomina), la questione per la verità non sarebbe terminologica. Basterebbe che unisse, con chiarezza ancora maggiore di quanto abbia già fatto, anche la sua voce a quella dei tanti ebrei che in Italia, in ogni parte del mondo e perfino nel governo americano, si sono levate per farla immediatamente cessare.
Quindi la senatrice a vita sottolinea che dobbiamo distinguere con attenzione il termine genocidio dal termine crimine contro l’umanità, da massacro, ecc… Non contano i morti ma come vengono catalogati dal diritto.
Ma al di là delle disquisizioni giuridiche si ha difficoltà a dichiarare che a Gaza è in corso un crimine contro l’umanità? Oppure anche qui bisogna disquisire di numeri, leggi, commi e codicilli?
In verità il discorso della Segre è un messaggio sbagliato e pericoloso. Il popolo palestinese non è “qualunque cosa” . Migliaia e migliaia di morti non sono “qualunque cosa”. Sorprende che chi ha conosciuto l’orrore fatichi a riconoscere quello altrui. Questo avviene forse perché pensiamo sempre in un’ottica occidentale, eurocentrica? Cioé pensiamo con una sottile (e inconscia) forma di superiorità e quindi di razzismo? Quanti genocidi ci sono e ci sono stati nel mondo? Vogliamo davvero fare un classifica per cosa si meriti o meno il titolo di genocidio?
Sulla situazione di Gaza Liliana Segre ha trattato il tema dei bambini: “A me interessa sempre salvarli, tutti”. Forse così non rischierà di essere criticata dall’ex ambasciatrice Elena Basile?
In realtà la tragedia è che sono stati “uccisi più bambini a Gaza che in 4 anni di guerre in tutto il mondo. Questa guerra è una guerra contro i bambini. È una guerra contro la loro infanzia e il loro futuro“. Lo ha denunciato Philippe Lazzarini, il commissario generale dell’Unrwa (l’agenzia Onu per i profughi palestinesi).
Per fortuna molti sopravvissuti all’Olocausto hanno il coraggio e la sapienza di usare ben altre parole e di formulare ben altri pensieri. Non solo per ricordare, ma per combattere le atrocità e i crimini di oggi!
Toronto 12/11/2023: Sopravvissuta olocausto contro il genocidio palestinese (rumble.com)
Intanto l’Italia continua a esportare armi a Israele. Nel solo mese di dicembre del 2023, nel pieno dei bombardamenti da parte di Tel Aviv sulla Striscia di Gaza, l’export italiano di “Armi e munizioni” ha toccato quota 1,3 milioni di euro.
Le nuove Statistiche del commercio estero aggiornate a metà marzo 2024 dall’Istat smentiscono ancora una volta il Governo Meloni e le sue rassicurazioni pubbliche circa un blocco totale operato nei confronti delle esportazioni di armi e munizioni verso Israele.
Articolo di Giovanni Parrella