Immaginate di essere giornalisti, di passeggiare per Firenze e di fare un incontro casuale.
Immaginate di fare due chiacchiere con l’individuo appena incontrato e scoprire che, incredibilmente, si tratta di Carlo Collodi o meglio… Carlo Lorenzini:
«Collodi, maledizione, ancora Collodi. Perché non mi ricordano con il mio nome? Carlo. Carlo Lorenzini».
Proprio lui, lui che ha scritto uno dei libri più famosi al mondo con trentacinque milioni di copie vendute, tradotto in circa duecentosessanta lingue: Le avventure di Pinocchio.
Paolo Ciampi ci racconta questa storia ne Il babbo di Pinocchio – per i tipi di Arkadia Editore – e lo fa con l’acume e l’ironia tipiche dei fiorentini. Sullo sfondo, naturalmente, una Firenze magica, camaleontica, a volte spietata. Infinita e circoscritta allo stesso tempo.
In primo piano un Collodi arrabbiato, infastidito, deluso e rammaricato dalla poca considerazione avuta in vita dopo aver scritto il suo Pinocchio, ma anche prima:
«Del resto è così, come uomo mi hanno sempre trascurato […] Come per Dante, le glorie fiorentine fanno più fortuna altrove».
Un Collodi che, diviso tra rabbia e tristezza, affoga i propri dispiaceri nel bere. Un Collodi per tanti versi molto simile al suo interlocutore. Paolo Ciampi, con un dialogo lungo due vite, ci permette di immergerci – oltre che in tali vite – in due Firenze che pur essendo differenti sono una sola.
Ne viene fuori qualcosa di simile a una fiaba metropolitana ricca non solo di informazioni, ma anche di sensazioni e sentimenti diversi.
Se è innegabile la bellezza di una città come Firenze, essa ci appare ancora più bella vista dagli occhi dei protagonisti. Gli angoli, le vie, i monumenti già noti a noi semplici turisti, prendono vita e si svelano in modo più intenso e raffinato facendoci sentire fiorentini fino al midollo pur non essendolo.
Articolo di Flora Fusarelli
TITOLO: Il babbo di Pinocchio
AUTORE: Paolo Ciampi
CASA EDITRICE: Arkadia Editore
NUMERO DI PAGINE: 150
PREZZO: 16 Euro