Apriamo questa riflessione tenendo bene a mente quelli che sono gli incassi derivati dall’ultimo film italiano ora in sala Il Pataffio. L’ultima fatica del regista toscano Francesco Lagi, Il Pataffio, in due settimane di programmazione (in 230 città) ha raccolto solo 108.266 euro e 16.977 ingressi nonostante la presenza di un buon cast (vedi Giorgio Tirabassi, Alessandro Gassman, Valerio Mastandrea). Lungi da noi affermare che la causa di questo malessere del cinema nostrano possa dipendere dalla riuscita o meno al botteghino di un singolo film, la nostra è una semplice riflessione dettata dalla curiosità di molti appassionati delle storie nate per il grande schermo che però per qualche motivo non riescono ad ottenere i risultati sperati soprattutto in termini di pubblico. Ed è proprio questo a preoccuparci ovvero la ormai evidente spaccatura creatasi tra il pubblico e il nostro cinema.
Se ci fermiamo ad osservare gli incassi in questo ultimo mese di programmazione (ma più o meno da due anni a questa parte) noteremo subito che ad occupare i primi dieci posti della classifica dei film più visti in sala ci sono i film provenienti dagli USA e dall’Europa; questo significa che ormai il box office è completamente dominato dai film prodotti o co-prodotti all’estero. Potremmo qui fare ulteriori supposizioni, sulla base dei dati che abbiamo raccolto, del perché si è decisi di arrivare a questo punto senza però trovare una reale soluzione affinché si possa risanare quell’amore che da sempre il pubblico prova per la sala e soprattutto per il nostro cinema. I motivi in realtà possono essere molteplici, elencheremo solo quelli che per noi sono alla base di questo problema, uno tra questi è la mancanza di idee veramente innovative che possano dare nuova linfa vitale ad un cinema che sembra essere lontano da qualsivoglia forma di sperimentazione legato ai diversi generi cinematografici. È la mancanza di una diversa offerta culturale che manca oggi al nostro cinema. Quanti film sono stati prodotti diversi dalla commedia e dal drammatico in Italia nell’ultimo decennio? La risposta è: pochi!. Quanti realmente sono riusciti ad arrivare in sala? Ancora meno. Eppure tanti di noi appassionati da sempre alla settima arte non possiamo non pensare ai grandi film legati ai western di Sergio Leone, ai thriller e agli horror del maestro Dario Argento: a quel tempo il cinema offriva ai suoi spettatori storie del tutto nuove molte delle quali sono diventate vere e proprie pietre miliari della storia del cinema. Storie e modi di fare cinema che hanno ispirato grandi maestri come Kubrick e Tarantino entrambi ispirati da quella perfetta simbiosi tra musica ed immagini che è divenuto uno dei marchi di fabbrica del cinema moderno e contemporaneo, nato proprio grazie al quel sodalizio eterno tra Ennio Morricone e Sergio leone. È la diversificazione dei generi ad attrarre una diversa tipologia di pubblico.
Altro punto estremamente importante è il mancato arrivo in sala di oltre il 90% dei film prodotti in Italia, alcuni dei quali realizzati grazie al sostegno dei numerosi finanziamenti pubblici. Ricordiamo che nel 2021, secondo il Ministero della Cultura, hanno ottenuto il credito di imposta 301 opere di finzione, 165 documentari e 15 film d’animazione per un totale di 481 titoli, molti dei quali purtroppo passati inosservati perché ritenuti di bassa qualità. Questi numeri parlano chiaro e ci dicono senza ombra di dubbio che ci sono film che vengono fatti per il solo scopo di essere finanziati senza preoccuparsi di avere il contatto con il pubblico. La soluzione, o almeno la strada da provare a intraprendere, è sostanzialmente e concettualmente la più banale: trovare un equilibrio tra le produzioni finanziate e il mercato capace di accoglierle potenzialmente.
Ulteriore punto su cui ci siamo concentrati è relativo alla poca distanza di uscita dei film in sala e successivamente sulle piattaforme streaming. Riteniamo che in questo modo il cinema possa perdere la sua “esclusività”, se pensiamo che prima dell’arrivo delle piattaforme, non molti anni fa quindi, gli spettatori che non riuscivano ad assistere alla visione di un film in sala dovevano attendere un periodo che andava dai tre ai cinque anni prima di poterlo vedere in tv, tv che ricordiamo sostituiva quelle che oggi sono le varie piattaforme on demand (Netflix, Prime video; Apple tv, Disney+,ecc).
Il nostro modo di guardare un film è notevolmente cambiato nel corso degli anni, pensateci bene, quello che prima apparteneva solo ed esclusivamente al grande schermo, ora può essere visto in tantissimi altri modi e su differenti dispositivi. Ovvero siamo passati dalla visione dei film in sala, alla pirateria con la conseguente visione dell’opera in tv, sul nostro pc, fino ad arrivare al display del nostro smartphone. Il film è divenuto infinitamente più piccolo perdendo del tutto la sua forza e la sua peculiarità. Ma nonostante tutto il pubblico continua ad esprimere il suo parere positivo nei confronti della sala cinematografica, il 90% infatti dichiara che l’unica esperienza realmente soddisfacente di un film avviene solo ed unicamente al cinema. È il cinema che dà potenza e magia al racconto che noi osserviamo.
Concludiamo con il rapporto Cinetel del gennaio 2022, secondo cui la quota al botteghino per il cinema italiano nel 2021 si è stanziata intorno al 20% del totale, un crollo verticale del 64% rispetto al 2020, un segnale molto tangibile della disaffezione degli spettatori verso le opere nostrane accentuata dalla presenza, lo ribadiamo, di nessun titolo italiano tra i primi 15 incassi dell’anno passato. Rimaniamo tuttavia fiduciosi di un’inversione di tendenza rispetto al passato, perché nonostante tutto registi come Gabriele Mainetti ( Lo chiamavano Geeg Robot, Freaks out), i fratelli D’Innocenzo (La terra dell’abbastanza, Favolacce e America Latina) tanto per citarne alcuni, ci hanno dimostrato che un cinema diverso è possibile come lo è perdersi nelle grandi storie che ancora oggi riescono a stupirci in quel meraviglioso e magico mondo che è il cinema.
articolo di Daniele Di Biase