Oggi nel documento di Economia e Finanza è stato inserito un DDL con disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni. Le Regioni Veneto, Lombardia, Emilia Romagna e Friuli con Luca Zaia, Stefano Bonaccini, Attilio Fontana, Massimiliano Fedriga hanno premuto sottobanco per anni per vedersi approvata questa autonomia. Il pericolo era già stato intravisto e superato con il precedente Governo, in particolare con il ministro Boccia, che aveva provato a collegare l’autonomia differenziata con la legge di bilancio. Oggi il Governo Draghi ci torna, dovendo probabilmente pagare dazio, e ripercorre lo stesso tentativo nella NADEF: interferisce e inserisce tra i ventuno collegati il decreto-legge “Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata di cui all’articolo 116, comma 3, della Costituzione”. E’ stato inserito in assenza di un dibattito pubblico in spregio delle considerazioni emerse dal dibattito pubblico che c’è stato durante la pandemia da Covid-19, che ha evidenziato i profondissimi limiti di efficienza e di coordinamento – ce lo ricordiamo tutti – del decentramento delle funzioni con riguardo a valori fondamentali come la salute, l’ambiente, l’istruzione, il lavoro, valori tutelati dalla Costituzione. Sono limiti che, con le autonomie, renderebbero ancora più grave il divario esistente tra il Mezzogiorno e il resto d’Italia; graverebbero enormemente anche sulla ripresa del Nord – questo lo dicono tutti gli osservatori economici – e ulteriormente sulla violazione del principio di uguaglianza – già violato – di cui all’articolo 3 della Costituzione. Gli emendamenti di de Falco, de Bonis ed altri che tendevano a togliere il DDL è stato respinto.
Il 29 settembre scorso il Consiglio dei ministri ha approvato la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2021 e non vi era traccia del provvedimento recante disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata, che invece ora si trova in cima all’elenco e appare sul sito del Ministero dell’economia e delle finanze. Ormai la politica è tutto un mucchio indefinito, prigioniera dei tecnici. Ecco perchè la gente non va a votare.
di Felice Cipriani