«Le mie ballate, ma anche le opere per il quartetto, nascono dal desiderio di raccontare storie, di raccontare quello che mi succede e quello che vedo intorno a me.
Un po’ alla maniera dei cantastorie. Ho sempre amato raccontare delle storie!»
Giovanna Marini aveva 87 anni. È stata una delle protagoniste del recupero della musica di tradizione orale, per raccontare la voce dell’altra Italia. La sua attività multiforme ne ha fatta una delle figure più importanti nello studio, nella ricerca e nell’esecuzione della tradizione musicale popolare italiana.
La scoperta del canto sociale, o “storia orale cantata”, nel senso di registrazione popolare degli avvenimenti storici mediante lo strumento privilegiato della canzone di composizione anonima e di circolazione orale fu uno degli elementi più innovativi e caratteristici della sua attività culturale.
Con il Nuovo Canzoniere Italiano prese parte, durante il Festival dei Due Mondi 1964, allo spettacolo Bella ciao. L’evento suscitò scandalo, tentativi di censura e interrogazioni parlamentari per l’esecuzione di O Gorizia tu sei maledetta insieme ad altri artisti folk come Giovanna Daffini, Caterina Bueno, Ivan Della Mea e Michele Straniero. Tale canto, scritto durante la prima guerra mondiale, fu eseguito con l’aggiunta di una strofa antimilitarista che recitava «Traditori signori ufficiali / che la guerra l’avete voluta / scannatori di carne venduta / e rovina della gioventù», a seguito del quale in sala si crearono tumulti tra giovani allievi ufficiali e borghesia conservatrice da un lato che intonò Faccetta nera, e pubblico di sinistra dall’altro a rispondere con Bandiera rossa, e che sfociò in una denuncia contro gli organizzatori dello spettacolo per vilipendio delle forze armate.
Continuò nel frattempo a girare tutta la penisola da cima a fondo, raccogliendo una massa sterminata di canti popolari in lingua italiana e nei vari dialetti. Era il nucleo fondante del Nuovo Canzoniere Italiano, con il quale Giovanna Marini si esibì assieme ai gruppi formati dai maggiori cantautori italiani della cosiddetta Nuova canzone politica. Giovanna Marini diventò una colonna portante dell’Istituto Ernesto De Martino, nel quale raccolse tutta l’enorme quantità di canti popolari da lei scoperti e catalogati. Fu, la sua, una vera opera di trascrizione della memoria, che le permise di trasportarla sul palcoscenico.
Nell’ambito della ricerca etnomusicale rivestì una particolare importanza il materiale sonoro raccolto nel Salento tra il 1960 e gli inizi degli anni Settanta. L’attività di Giovanna Marini prosegue con spettacoli e iniziative che fecero la storia del recupero delle tradizioni popolari italiane, come Ci ragiono e canto (1965), nel quale collaborò in veste di assistente musicale con Dario Fo.
Giovanna Marini negli anni ’70 fondò la prima scuola popolare di musica in Italia, quella di Testaccio; dal 1991 al 2000 Giovanna Marini fu anche titolare della cattedra di etnomusicologia presso l’Università di Paris VIII-Saint Denis, a Parigi. Con le allieve e gli allievi romani e parigini, Giovanna Marini compì viaggi di studio per ascoltare e trascrivere i canti di tradizione orale ancora presenti in Italia nelle feste religiose e profane.
Nel 2015 promosse, in collaborazione con la Scuola Comunale di Musica di Monte Porzio Catone, la realizzazione del 1º Festival del Canto Sacro, Cantate Domino, Incontro tra musica colta e musica contadina, con lo scopo di far incontrare la musica popolare e contadina con la musica classica per esprimere il Sacro attraverso canti di tradizione orale, corali polifoniche e gruppi vocali
In tutti questi anni scrisse molta musica per teatro e per il cinema; per il cinema: tutte le opere di Citto Maselli a partire dal 67 (Lettera aperta a un giornale della sera, Storia d’amore, Il sospetto, I sei operai, L’alba, Avventura di un fotografo, Codice privato, Il segreto, Cronache del terzo millennio), Café Express di Nanni Loy, Terminal di Paolo Breccia, Teresa Raquin di Giancarlo Cobelli, e altri. Nel 2016 la sua musica fece da colonna sonora al documentario Un paese di Calabria incentrato sulla storia del comune di Riace.
Nel 2021, in occasione del centenario della nascita del Partito Comunista Italiano, curò la concertazione per la messa in scena de Il Partito, uno spettacolo tratto da una partitura originale di fausto Amodei ispirata al “Diario dei trent’anni” di Camilla Ravera, per l’esecuzione del Coro Inni e Canti di Lotta della Scuola Popolare di Musica di Testaccio, diretto da Sandra Cotronei.
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