Siamo in Abruzzo, dove vive la numerosa famiglia Antonelli: madre, padre e cinque figli.
Una vita normale vissuta tra sacrifici e problemi, ma anche con un certo equilibrio (seppur precario) che verrà distrutto dalla cospicua eredità dello zio Giuseppe. Eredità che sarà fonte di felicità, ma una felicità che verrà pagata a caro prezzo dalla famiglia Antonelli che, all’improvviso, si troverà catapultata in un mare di dolori che si riverseranno, in particolare, sulla figlia di uno dei cinque fratelli.
Una saga familiare, quella che ci propone Novella Fiore ne La gatta selvatica . Un arcobaleno di personaggi e sentimenti vissuti dai protagonisti con palpitante presenza.
La Fiore ci trascina in atmosfere antiche che diventano attuali proprio grazie ai sentimenti universali che ci vengono proposti e illustrati trascinandoci tra le pieghe di un ventaglio variegato di gioie, dolori, riflessioni.
La prima opera dell’autrice ha l’ambizioso progetto, riuscito, di abbracciare un lungo periodo che parte dal 1956 e arriva fino al 2005 comprendendo parte della nostra epoca e rivelandoci, parola dopo parola, oltre alla storia della famiglia Antonelli, anche il modificarsi di usi e costumi nel corso del tempo.
Si ravvisa in tutta la narrazione l’essenza della formazione dell’autrice che è una sociologa forense, criminologa e operatrice antiviolenza. E la violenza sulle donne è alla base della vicenda. Argomento profondo e caldo del quale si parla sempre troppo poco.
Una bella storia la cui unica pecca è nell’editing decisamente poco curato.
Recensione di Flora Fusarelli
TITOLO: La gatta selvatica
AUTORE: Novella Fiore
CASA EDITRICE: Etabeta
NUMERO DI PAGINE: 343
PREZZO: 19 Euro