Il discorso di Mario Draghi al Meeting di Comunione e Liberazione è di una gravità inaudita. Ci ha ricordato che siamo in guerra e dovremo sostenere l’Ucraina inviando armi fino a quando la Crimea sarà “liberata”. Piccolo particolare: si tratta di un territorio abitato da persone russe che vogliono far parte della Russia (referendum svoltosi nel 2014). Insomma Draghi vuole la guerra, nonostante che gli italiani siano di parere opposto. D’altra parte è evidente: Mario Draghi non ha mai voluto la fine del conflitto. Non ha mai lavorato per produrre una mediazione continuando a mandare armi, con l’obiettivo dichiarato di far cadere Putin, sconfiggere la Russia. Insomma da quando l’ONU di fatto non esiste più è facile divenire la longa manus della NATO.
La classe dirigente italiana è sempre più lontana dal popolo, dal Paese reale e per questo ha zittito in questi anni tutte le voci critiche: cancellando giornali scomodi: Liberazione, L’Unità, La Rinascita della Sinistra, ecc.. e forze politiche “antisistema” cioè che erano contro il potere costituito, vale a dire i comunisti e quello che rimaneva della sinistra vera. E se non riescono a zittire le voci dissenzienti con le buone, allora le voci critiche, come Julian Assange, finiscono in galera.
Ci hanno raccontato che con Draghi al comando l’Italia è cresciuta, mentre i dati Eurostat dicono il contrario: è cresciuta la povertà.
Per questo non ci sorprende che Mario Draghi non sia apprezzato dal popolo italiano. Alla domanda “Ha fiducia in Mario Draghi come premier?” la risposta è “NO” per la maggioranza degli italiani (54,2%). Ma ci stupisce e ci indigna il fatto che i giornali e i mezzi d’informazioni di questo non ne diano notizia (anzi si fa di tutto per propinarci l’idea di Draghi amato, osannato dalle folle). Dispiace che almeno tra quelle forze di sinistra il tema della guerra, anzi della pace e dell’invio delle armi per obbedire agli ordini della Nato, anzi degli USA non entri nel dibattito politico. È significativo che l’unica manifestazione di massa contro la guerra sia stata la manifestazione online (e virtuale) promossa dal giornalista Santoro, mentre in 6 mesi di guerra i partiti di sinistra non siano riusciti a promuovere (almeno unitariamente) una manifestazione di massa per la pace.
A testimoniare il fatto che un popolo di sinistra e pacifista in Italia c’è, ma manca chi lo può rappresentare e dare voce.
di Giovanni Parrella