Secondo la seconda indagine dell’OCSE sulle competenze degli adulti (PIACC), nell’ultimo decennio le competenze alfabetiche e matematiche tra gli adulti sono in gran parte diminuite o stagnanti nella maggior parte dei paesi dell’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico). I cali sono stati ancora più grandi e più diffusi tra gli adulti con un basso livello di istruzione.

Italia ultima tra i grandi Paesi industrializzati e oltre un terzo degli adulti è in una condizione di analfabetismo funzionale e quasi la metà ha grosse difficoltà nel ‘problem solving‘. In generale, l’indagine PIAAC dell’Ocse sulle competenze degli adulti vede l’Italia agli ultimi posti tra i Paesi industrializzati (all’ultimo tra i big), con un aumento soprattutto delle persone più in difficoltà con la lettura e i numeri. Come sottolinea il “Programme for the International Assessment of Adult Competencies” – giunto al Secondo Ciclo, svolto nel 2023, dopo il primo round del 2012 – le competenze sono “fondamentali per partecipare con successo all’economia e alla società odierna” e tanto più necessarie di fronte alla rapida evoluzione tecnologica, alle sfide della transizione energetica e dell’invecchiamento demografico. Gli adulti con le competenze più alte ‘riescono a gestire meglio le complessità della vita contemporanea‘, ad orientarsi nella massa delle informazioni e “contribuiscono al raggiungimento di decisioni e politiche più consapevoli”. Molti adulti con ridotte competenze, invece, “si sentono esclusi dai processi politici e non hanno le competenze necessarie per interagire con informazioni complesse in ambiti digitali, il che rappresenta una preoccupazione crescente per le democrazie moderne”. In base all’indagine, in Italia gli adulti di età compresa tra 16 e 65 anni hanno ottenuto in media 245 punti nei test di ‘literacy‘ (9 punti sotto la media OCSE), 244 punti in matematica (11 meno della media) e 231 punti nell’adaptive problem solving‘ (sotto di 15 punti rispetto alla media).

Nella ‘literacy‘ il 35% degli adulti italiani (media OCSE 26%) ha ottenuto un punteggio pari o inferiore al Livello 1 e rientra quindi nella categoria degli analfabeti funzionali. Nel senso che sanno leggere e scrivere, ma hanno difficoltà grandi (o addirittura insuperabili) nel comprendere, assimilare o utilizzare le informazioni che leggono. Nella definizione OCSE, al Livello 1 (25% del campione in Italia) riescono a capire testi brevi ed elenchi organizzati quando le informazioni sono chiaramente indicate. Al di sotto del Livello 1 (10%) possono al massimo capire frasi brevi e semplici. All’estremità opposta dello spettro (Livelli 4-5), il 5% degli adulti italiani (contro il 12% medio OCSE) ha ottenuto i risultati più elevati, in quanto possono comprendere e valutare testi densi su più pagine, cogliere significati complessi o nascosti e portare a termine compiti.

Nel precedente ciclo dello studio, il punteggio medio per la ‘literacy‘ dell’Italia era di 250,5, il Livello 1 o al di sotto era del 28%, mentre il Livello 4-5 era del 3,3%. Anche in matematica nell’indagine 2023, il 35% degli adulti italiani (media OCSE 25%) ha ottenuto punteggi pari o inferiore al Livello 1. Sono in grado di fare calcoli di base e trovare singole informazioni in tabelle o grafici, ma sono in difficoltà con compiti che richiedono più passaggi (ad esempio risolvere una proporzione) al Livello 1 (24% in Italia). Al di sotto (11%) possono solo sommare e sottrarre piccoli numeri. Sul fronte opposto, gli adulti ‘high performers’, ai Livelli 4 o 5 delle competenze matematiche, sono il 6% in Italia, ma molto al di sotto del 14% medio OCSE. Nel 2012 il punteggio medio degli adulti italiani nella ‘numeracy‘ era di 247, con i livelli minimi di competenze al 32% del campione e i massimi al 4,5%. Nell’adaptive problem solving’ il 46% degli adulti italiani (media OCSE 29%) si ritrova ai livelli più bassi della scala delle competenze (36% al Livello 1 e 10% al di sotto) e sanno al massimo risolvere problemi semplici con poche variabili o molto semplici, con un solo passaggio. Solo l’1% degli adulti italiani (media OCSE 5%) ha ottenuto un punteggio al livello più alto in questo ambito. Se si considerano assieme i tre campi di competenze, ben il 26% degli italiani (ovvero uno su quattro, contro la media OCSE del 18%) si trova ai livelli più bassi. In base al rapporto, Finlandia, Giappone, Olanda, Norvegia e Svezia sono i Paesi con le migliori prestazioni in tutti e tre i domini.

Fonte: www.oecd.org/

 

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