Seconda serie animata per il geniale fumettista Zerocalcare, composta da sei episodi di circa mezzora l’uno. “Questo mondo non mi renderà cattivo” mette al centro del racconto un evento, ovvero il trasferimento di alcuni migranti all’interno di un centro accoglienza, proprio nel quartiere romano dove il nostro protagonista vive, e della reazione che questo provoca a livello sociale ma anche politico nei residenti.
A differenza della prima stagione “Strappare lungo i bordi”, dove il tema dell’amicizia veniva sviscerato in tutte le sue forme, qui ci troviamo di fronte ad una storia che mette al centro temi politici e sociali introducendo pochi nuovi personaggi, tra cui Cesare, e recuperando gran parte di quelli già introdotti. Vi starete chiedendo se la seconda stagione è all’altezza della prima, ebbene la risposta è si, forse un pochino meno “emotiva” ma possiamo assicurarvi che per certi aspetti l’ho trovata addirittura superiore. Guardandola mi sono reso conto che il sarcasmo e le riflessioni su ogni aspetto del quotidiano sono resi in questa stagione in modo più potente, proprio come potente è il suo messaggio politico, tenuto nascosto dal nostro giovane autore durante la prima stagione. Forse è proprio per questo che l’ho preferita alla precedente stagione, perché Zerocalcare è riuscito a raccontare la società in cui viviamo in modo estremamente lucido, con tutte le sue contraddizioni dove il mondo politico sembra sempre meno coinvolto e i cittadini sempre più delusi, frustati ed in collera. La scena della rissa, che assume connotati comici ed esilaranti, tra le due fazioni “politiche” ne è l’emblema e Zerocalcare è lì a ricordarcelo “ Semo pus che schizza fuori da una bolla di rancore, che sta a cresce non da una settimana, da mesi! O per qualcuno forse pure da tutta una vita”. Zerocalcare riesce a confezionare un prodotto di altissimo livello trattando temi non semplici ma lo fa con il suo inconfondibile stile alternando momenti divertenti e dissacranti a momenti malinconici e poetici che non dimenticheremo così facilmente. Chapeau!
Voto: 8,5/10
Recensione di Daniele di Biase