Dopo la cancellazione del corso su Dostoevskij del marzo scorso all’Università di Milano Bicocca continua la russofobia nel nostro Paese e questa volta a farne le spese in primo luogo il maggior italianista russo Evgenij Solonivich, in seconda battuta la cultura italiana visto che vengono tradotte opere italiane in russo.
La notizia trapelata oggi attraverso i social e il quotidiano Repubblica è che l’Istituto italiano di cultura di Mosca non potrà far parte della giuria estera del Premio. La partecipazione di Mosca è “sospesa” per volere della Farnesina.
È un post su Facebook di Olga Strada (sulla piattaforma Olga Viktorovna, con riferimento al padre, il grande slavista Vittorio Strada), esperta di relazioni internazionali tra Italia e Russia ad esprimere la propria indignazione (che è anche la nostra) per l’esclusione di Evgenij Solonovich dalla giuria estera del Premio Strega. Solonovich faceva infatti parte del comitato di lettori scelto dall’Istituto per leggere e votare i libri in gara.
A parte che Evgenij Solonovich non è russo ma è nato nella Repubblica di Crimea, ma la cultura, l’arte, cosa c’entra con la guerra? E soprattutto cosa c’entra la lingua russa con la guerra. Mi sembra un evidente esempio di sciocco servilismo filoamericano che danneggia solo la cultura italiana. Anche perché tale decisione impedisce di far conoscere la nostra letteratura all’estero e nient’altro.
Tanto per dare un’idea di chi e di cosa perdiamo per la cultura italiana all’estero ecco i premi dei quali è stato insignito Evgenij Michailovich Solonivich:
(il Premio del ministero della Pubblica istruzione (per la traduzione di Dante, 1966); il premio nazionale di poesia «Salvatore Quasimodo» (1969); il premio internazionale «Diego Valeri» (1980); il premio «Eugenio Montale» (1983); il premio Sabaudia (1988); il premio Mondello (2007); il premio nazionale per la traduzione del ministero per i Beni e le attività culturali (1996); il premio «Gor’kij» (2016); il premio Master (2012); il premio per la poesia della rivista «Oktjabr’» (2009); il premio Illjuminator della rivista «Inostrannaja literatura» (2001); il premio Venec (2011); il premio internazionale Puškin (2019); il premio «Kniga goda» (2011) e il premio «Anthologia» (2015). Si aggiungono il dottorato honoris causa in «Scienze del testo», conferito dall’Università La Sapienza di Roma e la laurea honoris causa in lingue straniere conferita dall’Università di Siena; l’onorificenza dell’Ordine della Stella della solidarietà italiana e il titolo di commendatore conferiti dal presidente Ciampi il 7 gennaio 2004 in occasione della Festa del Tricolore.