“A me pare uguale agli dèi
chi a te vicino così dolce
suono ascolta mentre tu parli
e ridi amorosamente. Subito a me
il cuore si agita nel petto
solo che appena ti veda, e la voce
si perde nella lingua inerte.
Un fuoco sottile affiora rapido alla pelle,
e ho buio negli occhi e il rombo
del sangue alle orecchie.
E tutta in sudore e tremante
come erba patita scoloro:
e morte non pare lontana
a me rapita di mente”.
Saffo, Frammento 31 Voigt, traduzione dal greco di Salvatore Quasimodo
Saffo nacque a Lesbo, isola greca collocata dinanzi alle coste dell’attuale Turchia e visse tra la fine del settimo e della prima metà del sesto secolo a. C.
La sua opera ci giunge attraverso frammenti e poesie; una su tutte il celebre Inno ad Afrodite, dea dell’amore più volte citata nei suoi componimenti.
Il tema ricorrente della scrittura di Saffo è l’amore, dedicato sia a uomini che a donne, descritto attraverso similitudini e metafore e inteso come sentimento al limite tra il paradossale e il contraddittorio.
Saffo parla d’amore ma anche di gelosia, la figura della poetessa greca è avvolta nella leggenda, giuntaci attraverso le Metamorfosi del porta latino Ovidio, la quale narra che Saffo si sia suicidata in giovane età perché innamorata ma non contraccambiata da Faone; nonostante la leggenda, da alcuni versi di Saffo risulterebbe che ella morì in tarda età.
Tra i suoi celebri componimenti compare, a testimonianza, anche la cosiddetta Ode alla gelosia ripresa prima da Catullo e poi da Foscolo, capolavoro della poesia erotica antica.
Scrive, Saffo, in un celebre frammento:
“Scuote l’anima mia Eros,
come vento sul monte
che irrompe entro le querce;
e scioglie le membra e le agita,
dolce e amara indomabile belva”.
L’amore viene dunque personificato, è un’indomabile belva dolce e insieme amara utilizzata allo scopo di evidenziare la sua dicotomica e ossimorica natura.
È di straordinaria attualità il pensiero di Saffo sull’amore ed è sbalorditivo come, a distanza di più di duemilacinquecento anni, leggendo i suoi frammenti, possiamo notare che l’amore con le sue infinite sfaccettature resta ancora un dolce e amaro mistero.
Articolo di Eleonora Nucciarelli